mercoledì 14 dicembre 2011

Crisi economica, roghi dei campi e stragi di stranieri innocenti; tutto è correlato.

In un momento in cui la crisi del capitalismo mondiale scarica i propri costi sui ceti più deboli della società , la reazione istintiva  del “popolo” è quella di scagliarsi violentemente contro i “colpevoli” più a portata di mano. Visto che i ricchi sono sempre più “irraggiungibili”, sia visivamente che fisicamente, l’istinto primario di sopravvivenza e la rabbia primordiale si esprimono e si scaricano sui “colpevoli” più disponibili; gli stranieri che “ci sottraggono  alloggi, lavoro, che sporcano, che stuprano “,che con la loro sola presenza ci minacciano direttamente alla porta di casa, nella strada sottocasa. La povertà crescente e la mancanza assoluta di prospettive  mischiate al senso di impotenza e alla frustrazione determinano una miscela pronta ad esplodere da un momento all’altro. La congiuntura in Italia si fa ogni  giorno più dura , il clima sempre più pesante, la violenza è pronta ad esplodere e, come da sempre insegna la storia, l’obiettivo più facile è lo straniero, il diverso. Aggiungiamo poi la assoluta mancanza di prospettive di alternative credibili da parte della sinistra italiana che, salvo rare eccezioni, si è accodata nella sua grande maggioranza passivamente a questa  montante  cultura sciovinistica, nazionalpopolare che si  traduce nelle accuse quotidiane contro i  “cinesi” con la loro presunta concorrenza scorretta, contro i  “rumeni” che prestano opera a prezzi più bassi (badanti e muratori) , i “negri”  che vendono le borse griffate deprezzando il made in italy.
Persino nelle manifestazioni sindacali di questi giorni contro la manovra del governo dei tecnici, è stato possibile vedere cartelli in difesa del lavoro “italiano “ contro i “cinesi”. La storia si ripete; succedeva nella Germania negli anni 30 contro gli ebrei, commercianti e banchieri, nell’Italia fascista delle corporazioni, negli Stati Uniti della grande depressione, oggi nell’Italia del 2011.
 La strage di Firenze di innocenti senegalesi, l’assalto al campo rom di Torino, non sono il prodotto di menti malate di pazzi senza controllo, sono il risultato di anni di campagne razziste e xenofobe alimentate dai media, dai partiti , dalle istituzioni. Ognuno di questi soggetti , che oggi versano lacrime di coccodrillo sui morti ammazzati in strada, è chiamato direttamente in causa. In primo luogo i sindaci sceriffi , di destra o di centro sinistra non fa differenza, che con i loro proclami di sgombero dei campi rom, altisonanti e demagogici, alimentano l’odio razziale. I consiglieri comunali di ogni colore che propongono ordini del giorno sulla cacciata dei venditori ambulanti dalle strade in nome della difesa del “made in Italy”, i presidenti delle corporazioni  che pretendono dalle istituzioni sanzioni e regole stringenti verso  gli artigiani, le piccole società e le cooperative non italiane che riescono a proporre prezzi concorrenziali, i cittadini comuni , con le circoscrizioni compiacenti, che raccolgono le firme per l’allontanamento degli stranieri dai “loro” quartieri, costituiscono le premesse e il brodo di coltura adatto al manifestarsi delle esplosioni di violenza; Prova ne è la vicenda del campo Rom di Torino; le istituzioni , i mass media e la città “perbene” si mostrano meravigliati e sconvolti dall’episodio, consolandosi con le “scuse” della ragazza che ha mentito sulla vicenda dello “stupro” come se , fosse stata provata la colpevolezza dei rom, sarebbe stato giustificato il rogo purificatore del campo. Gli esecutori materiali del rogo di Torino , ma anche il ragioniere perbene di Firenze che ammazza i senegalesi, rappresentano l’immagine materializzata  di un sentimento xenofobo diffuso, condiviso ed alimentato ad arte  nei quartieri popolari, dove  si svolgono sempre più spesso, come fossero cose normali, fiaccolate, cortei, raccolte di firme, riunioni, assemblee, per cacciare lo straniero , guidate e assecondate da presidenti e da consiglieri di circoscrizioni, comuni, sindaci di destra e qui in Toscana , di centro sinistra, indistintamente. Questo è il clima e questi sono i risultati. A nulla valgono le lacrime e le scuse se , passata l’emozione del momento, il giorno dopo si riprende  con le campagne di odio e con il razzismo  istituzionale.

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